Febbraio è il secondo mese dell’anno, che è ancora giovane, e qualcosa ci ha già mostrato, molto ci lascia da scoprire. Per alcuni la partenza è sprint, per altri da slow mozioni. Troppo presto per farsi un’opinione. Meglio stare a vedere.
Carnevale
A febbraio non si può non parlare di Carnevale. In Italia celebriamo due tipi di Carnevale: quello del rito Ambrosiano e quello del rito romano. A Milano e provincia (tranne Monza) l’ultimo giorno del Carnevale è sabato, nel resto d’Italia il martedì.
Questa festa si celebra in tutti i paesi di tradizione Cristiana, soprattutto quelli Cattolici. È una festa mobile, che in Italia cade sei settimane prima di Pasqua, la cui data è mobile anch’essa.
Sul perché il Carnevale di Milano sia più lungo ci sono molte versioni. Quella che mi piace di più racconta che Ambrogio, il vescovo della città, amava divertirsi, e quindi allungò di sua volontà i festeggiamenti carnascialeschi.
Quest’anno si comincia il 24 febbraio, Giovedì Grasso, il Martedì Grasso è il 1° marzo, mentre a Milano il Giovedì Grasso sarà il 3 marzo, e i festeggiamenti dureranno fino a sabato 5 marzo.
Due parole sull’etimologia e il significato di questa coloratissima baraonda. Carnevale pare che derivi dal latino carnem levare, togliere la carne, che significava allora un periodo di astinenza e digiuno.
Il simbolismo carnevalesco ha connotazioni dotte e letterarie. In Shakespeare la commedia La dodicesima notte (The Twelfth Night) racconta proprio scambi di ruoli e misconoscimenti, in Inghilterra l’Epifania si chiama Dodicesima notte e si crede che l’ordine del mondo si rovesci, i morti discutano con i vivi, gli animali parlino. Un noto critico letterario, il cui nome è Michajl Bacchin, usa la metafora del Carnevale per evidenziare la straordinaria novità e profondità della narrativa dello scrittore russo Dostojevskij in Delitto e Castigo.
A Carnevale si celebra il caos, il rovesciamento dell’ordine precostituito: il servo diventa padrone, l’alto è basso, il male è bene, il dentro è il fuori…. Questo ribaltamento dell’ordine è fondamentale perché esso, dopo che è stato purificato, possa ristabilirsi rinnovato e durare fino all’anno successivo. Dissolvendo l’immagine nota del mondo, si restaura l’llud tempus, il tempo mitico, l’età dell’oro delle origini. In questo tempo le anime dei morti circolano sulla terra, così si presta loro un corpo, rappresentato dalla maschera.
Il Carnevale annuncia l’arrivo della primavera dopo l’oscurità e l’aridità dell’inverno. La novella stagione porta linfa vitale, nuova vita, fertilità, il Carnevale è dunque un rito di passaggio tra l’Oltre mondo e il mondo della terra. La maschera assume un significato apotropaico, ossia scaramantico, e soprannaturale: allontana gli spiriti maligni. Arlecchino, Pulcinella, sono tutti personaggi degli Inferi saliti sulla terra per ribaltare il mondo conosciuto.
Alla fine, per ristabilire l’ordine purificato, si celebra il funerale del Carnevale, si brucia il fantoccio che rappresenta il Re del Carnevale e tutto torna “normale”, fino all’anno successivo.
In Italia ci sono dei Carnevali grandiosi, come quello di Venezia, Viareggio, si fanno dei dolci speciali, come le chiacchiere, le frittele, le frappe, i tortelli. Le strade diventano un tripudio di colori con i coriandoli e le stelle filanti, per i vicoli si ammirano damine, fatine, i personaggi di Guerre Stellari, o i più classici Zorro.
Nel mondo il Carnevale più famoso è senza dubbio quello di Rio de Janeiro in Brasile, il Carnaval, in lingua portoghese. Nel Regno Unito c’è il famoso Notting Hill Carnival e il Liverpool Braziliza Carnival.
In Russia, dopo l’interruzione del periodo sovietico, si è ripreso a festeggiare il Carnevale, chiamato Maslenica (Масленица). Quest’anno a Mosca la settimana di carnevale comincia il 28 febbraio e finisce il 6 marzo. Il nome deriva da maslo, carne, e ricorda che durante il Carnevale si potevano mangiare solo prodotti caseari e uova, in preparazione alla lunga quaresima. Anche in Russia il Carnevale è una festa mobile, che cade otto settimane prima della Pasqua ortodossa. L’ultima domenica della settimana carnevalesca è chiamata la domenica del perdono, Prošnoe Voskresen’e (Прошное Воскресенье).
Il nome febbraio
Febbraio, tuttavia, non si esaurisce nel Carnevale: come sapete è il mese più corto dell’anno: 28 giorni, oppure 29 nell’anno bisestile. Questo giorno aggiuntivo serve a evitare lo slittamento delle stagioni (ahimè, quando non erano ancora influenzate dal riscaldamento globale!). I Romani aggiungevano il giorno in più dopo il 24 febbraio e si chiamava bis sextus Kalendas Martias, da qui “bisestile”.

La raffifgurazione di febbraio nel Ciclo dei mesi
Il nome “febbraio” deriva dal latino “februare” ossia purificare, rimediare agli errori. In questo mese si tenevano i riti di purificazione in onore della dea Febris. Il culmine delle celebrazioni era il 14 febbraio. Con l’avvento del Cristianesimo, il nome venne cambiato in Santa Febronia, che infine fu soppiantata da San Valentino, il Santo degli innamorati.
A febbraio si celebra la Candelora, il 2 del mese, che ricorda la presentazione di Maria al tempio quaranta giorni dopo il parto, periodo considerato impuro. Alla Candelora si accendono candele e lumini, simboli di luce e di purificazione.
Febbraio tra i Celti
Nella tradizione celtica, febbraio era dedicato alla dea Brigit, divinità del fuoco, della guarigione e della tradizione. Quando la civiltà era agraria, la vita seguiva il ritmo delle stagioni e febbraio è il mese di riposo, di riparazione o creazione degli attrezzi. Periodo gramo, perché se l’annata non è stata buona, le scorte cominciano a scarseggiare.
Secondo il calendario celtico durante il periodo di febbraio si festeggia il giorno più importante dell’inverno dopo il solstizio, Imbolc che cadeva il 1° febbraio, in posizione mediana tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera. Era la festa della vita che si rinnova: la nascita degli agnelli, la luce che ritorna dopo l’inverno, l’energia vitale che comincia a scorrere nella natura e negli individui.
Imbolc è anche la festa fuoco, per questo si accendevano numerosi falò, simboli di luce. Ma il fuoco rappresenta anche la triplice qualità della dea Brigit: il fuoco della poesia, della guarigione e dei fabbri. Figlia del potente dio Dagda, Brigit era anche la personificazione della potenza magica: la poesia, le parole, erano magici, sacri. E io credo che lo siano ancora.
Anche la lavorazione dei metalli era una pratica magica, arte giunta fino al Medioevo e oltre grazie agli alchimisti.
La forza della guarigione è onorata attraverso le molte fonti di Brigit, in Irlanda e nel Regno Unito, che si credono terapeutiche. Oggetti sacri a Brigit sono la coppa, il filatoio e lo specchio. Lo specchio è oggetto di divinazione, di sguardo nell’Altro mondo, il filatoio rappresenta quello che per i Romani era il potere delle tre Parche: filare i nostri destini. Il fiore della dea è il bucaneve, il primo a sbocciare, bianco perché ricorda la purezza. Nel mio romanzo
Insondabile destino
Gwyny, una delle protagoniste, è celtica, e suo padre un grande druido; nella storia appare anche la dea Brigit.
Le raffigurazioni
Di notevole rilevanza artistica e religiosa sono i cicli dei mesi, già noti nell’antica Grecia, dove i mesi venivano personificati, mentre durante il medioevo i mesi si rappresentavano come allegorie. Le raffigurazioni dei mesi mostravano i lavori tipici di ciascun mese, quando la civiltà era ancora contadina. Nel Ciclo dei mesi della cattedrale di Aosta si capisce bene che il Tempo è regolato da Dio, seduto al centro dei dodici mesi. Spesso i mesi erano anche raffigurati con i segni zodiacali, per sottolinearne la sacralità, ma non solo: in epoca contadina, era importante conoscere la levata del sole e della luna, il succedersi di lune piene e lune vecchie, quali pianeti soggiornavano in cielo, per regolare semine e raccolti.

Il ciclo dei mesi nella Cattedrale di Aosta

La costellazione dell’Acquario
Febbraio è il mese dell’Aquario, dal 21 gennaio al 19 febbraio, un segno d’aria, bisognoso di libertà.
Febbraio in letteratura
Tra i grandi scrittori nati in febbraio ricordiamo Charles Dickens, inglese, nato a Portsmouth il 7 febbraio 1812, morto a Higham il 9 giugno 1870. Conferenziere, saggista, scrisse moltissimo. I suoi romanzi più noti sono David Copperfield, Oliver Twist (non perdetevi il film del regista Roman Polanskij), Tempi difficili (Hard Times), La piccola Dorrit (Little Dorrit).
Paul Auster, americano, nato a Newark, il 3 febbraio 1947, scrittore di grande forza narrativa. I temi a lui più cari sono il caso e le coincidenze, un senso di disastro imminente, uno scrittore ossessivo come protagonista perdita della capacità di capire e parlare, perdita di denaro, fallimento, l’assenza del padre, lo scrivere e il raccontare, l’intertestualità. I romanzi Leviatano (Leviathan), La musica del caso (The Music of Chance), Il libro delle illusioni (The Book of Illusions) non si possono proprio perdere.
Boris Pasternark, russo, nato a Mosca il 10 febbraio 1890 (29 gennaio1890 secondo il calendario giuliano) e morto a Peredelkino il 30 maggio 1960. Visse in uno dei periodi più cupi dell’epoca sovietica. Si ricorda a proposito un episodio: nell’aprile 1934 il poeta Osip Mandelštam recitò a Pasternak il suo “Epigramma di Stalin”. Dopo aver ascoltato, Pasternak disse all’amico poeta: “Non l’ho sentito, non me l’hai recitato, perché, sai, ora stanno succedendo cose molto strane e terribili: hanno iniziato a far sparire le persone. Ho paura che i muri abbiano orecchie e forse anche queste panchine qui sul viale possano ascoltare e raccontare storie. Quindi facciamo che non ho sentito nulla».La notte del 14 maggio 1934, Mandelštam fu arrestato e sparì ai vivi. Pasternak ne fu devastato (se desiderate più particolari o le fonti le trovate qui).Il suo Dottor živago, il suo romanzo più importante, non venne pubblicato in URSS, ma su istigazione dell’editore Giangiacomo Feltrinelli fu trafugato in Italia, a Milano e pubblicato nel 1957. L’anno seguente a Pasternak fu conferito il premio Nobel, ma il Partito Comunista dell’URSS gli vietò di andarlo a ritirare.
Il mio febbraio
Dopo tutte queste informazioni, leggende, festività legate a febbraio, arriva il momento di dire cosa significa per me questo mese. Neve, sì, proprio così: a febbraio c’è la Snow Moon (la seconda luna piena, che nel 2022 cade il 16). Essa porta neve, ma è una neve pigra, da focolare, babbucce e plaid sulle ginocchia. Naturalmente anche un buon libro tra le mani. Io sto leggendo The library of Lost and Found e La Casa delle Voci, dalla delicatezza dei libri che legano le generazioni, alla tremenda suspence di Carrisi. Febbraio è tranquillità, in tutti i campi, a scuola generalmente è il quadrimestre è finito, l’agitazione per l’organizzazione del nuovo anno è più o meno assestata, l’attesa febbrile dei cambiamenti che vorremmo si avverassimo è diventata più una specie di musica di sottofondo, che non la colonna sonora.
La luce che aumenta di giorno in giorno e i rossi tramonti mi fanno sempre più pensare all’imminente primavera, e già, in alcune giornate soleggiate, si sente la vita vibrare, quel nervosismo di chi o cosa non riesce a stare fermo, si intravede qualche timido germoglio e qualche violetta spunta nei prati. A febbraio mi viene voglia di occuparmi di me, sento l’aria frizzante della libertà. Essendo anch’io un segno d’aria, pensando alla libertà mi sento come trasportata a corpo morto sulle onde. Febbraio adora la casa, l’intimità, ma anche il suo opposto: la festa, la musica, il travestimento, che permette di tornare bambini e di far finta di essere chi vogliamo. Forse per questo è un mese particolarmente creativo.
Qui, davanti a me, c’è un poster dei Gulliver’s Travels, di Jonathan Swift: ecco febbraio è partire per l’ignoto e non averne paura, ma voglia di osservarlo e imparare, perché se il mondo per i Lillipuziani è enorme, per i Giganti invece è una nocciolina. Cambiando punto di vista, si modifica anche la percezione delle cose. Possiamo essere a volte abitanti di Lilliput, a volte Giganti, niente lo vieta.
E sull’isola di Laputa vivono scienziati bislacchi che pensano di sostituire l’alfabeto con gli oggetti rappresentati dalle parole! Purtroppo, costoro non si sono persi nella nebbia del tempo, gli scienziati di Laputa sono ancora qui oggi, a riempirci la testa di astrusità, quando invece avremmo solo bisogno di sicurezza, e speranza.
Su Bibliofilia troverete tutte le fonti usate nell’articolo.
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Questi i link agli altri mesi:
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
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